La mia Valchiavenna

Mario Rota a fine gennaio mi ha proposto la collaborazione su un progetto che accarezzava da tempo.

Ha una notevole raccolta di fotografie scattate sui sentieri, ma soprattutto fuori dai sentieri, sui bricchi della valle e, visto che siamo nell’età in cui uno comincia a guardarsi indietro, vorrebbe che la bellezza e le sensazioni fermate in momenti, per lui particolarmente emotivi ma anche legati alla sua struttura antropologica, fossero apprezzati da quante più persone possibile. È un atto di amore per la sua valle.

Poteva chiedere la collaborazione di persone più brave a scrivere e più competenti negli argomenti di cui discorreremo ma, coerentemente con l’intenzione, ha pensato di coinvolgere qualcuno che sapeva essere in sintonia con lui. Abbiamo pensato di accompagnare un visitatore abbastanza ignaro dei luoghi e della loro storia attraverso tutta la valle, ma, invece di immaginarci seduti a crotto davanti ad un boccale, ci siamo seduti su un sasso, alto sopra gli ultimi alpeggi, cosa a noi più congegnale. Da lì, poi, si vede tutta la valle fino al Legnone.
Antonio Scaramellini

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